C.On.Ven.T.U.S: LA TRAMA VALUTATIVA

a cura di Fiorella Paone e Thea Rossi

La complessità di processi che si richiamano allo sviluppo di comunità mi spinge a guardare alla valutazione come ad un lento lavoro di tessitura che parta dalla messa a fuoco degli obiettivi e delle strategie progettuali che rappresentano il disegno generale del progetto medesimo e arrivi a dare spazio al lavoro di intreccio vero e proprio con le diverse declinazioni che questo può assumere a seconda dei fili che si scelgono, delle mani di chi opera e dell’utilizzo che si immagina per il manufatto terminato.  Valorizzare ogni nodo, ogni imperfezione, ogni proposta e ogni colore è responsabilità di chi valuta. 

La valutazione, in questa chiave pedagogico-antropologica, è da intendere non solo come una specifica azione, ma come un processo evolutivo che accompagna il lavoro artistico, tecnico ed organizzativo che si sviluppo sul territorio e con il territorio.  

La definizione di obiettivi di progetto chiari e di percorsi di azione coerenti con questi è base del disegno valutativo che si definisce già dal momento della progettazione e che, in ottica qualitativa ed ecosistemica, si muove al di là di un approccio puramente tecnico e affidato a professionalità esterne lontane dalle dinamiche della comunità e dai contenuti messi in gioco, per mantenersi aperto a quanto emerge dalle interazioni fra chi partecipa alle esperienze proposte. 

Il processo valutativo si rende così capace di accogliere la natura evolutiva di ogni dinamica relazionale e sociale, attribuendole valore. In un’ ottica di valutazione partecipata, inoltre, non si può trincerarsi dietro il riparo di una presunta scientificità e prescindere dal cercare di mettere a fuoco il sistema di valori che è frutto di negoziazione fra i diversi attori coinvolti, a partire dalle loro visioni e dai loro interessi particolari e dalle contingenze dello specifico contesto con le sue specifiche componenti. 

A partire da un punto di vista sia etico che emico, il lavoro di ascolto, osservazione, dialogo e riflessione che si sta portando avanti attraverso fasi di osservazione partecipante, realizzazione di focus group, compilazione di schede di monitoraggio e di diari di bordo vuole muoversi su due traiettorie. Da un lato, infatti, si vuole favorire la rilevazione di materiali che rappresentino i diversi punti di vista e gli impliciti di coloro che prendono parte all’esperienza per ragionarvi insieme, facendo sì che le azioni mantengano direzione e coerenza, e dall’altro si vuole far nascere nuove domande di tipo generativo in grado di spingere al di là della propria zona di comfort in un gioco di equilibri e squilibri capace di generare ipotesi sul senso e sull’impatto delle esperienze che a mano a mano si realizzano.  

La ricerca si sviluppa, così, in modo dinamico attraverso un costante confronto fra il piano concettuale e quello empirico. Tale confronto genera deduzioni ed intuizioni che si realizzano contestualmente e sono capaci di tenere insieme e far dialogare i differenti punti di vista di tutti coloro che, con ruoli differenti, hanno partecipato al percorso arrivando a definirne punti di forza e criticità. 

La valutazione diviene così un processo intellettuale di costruzione di un patrimonio di significati comuni che definiscono lo spazio della comunità, le sue competenze, la sua capacità di incidere in un’ottica di autodeterminazione e emancipazione. La valutazione partecipata proprio per questo ha un forte impatto formativo e può aprire alla possibilità di “nuove trame” ancora da immaginare.


photo credits: @Francesco Paolucci

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Conventus 9 maggio 2024
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